Β«Mi avete rotto l'apparato riproduttivo!Β». Diciamo la veritΓ : un mondo senza parolacce sarebbe grigio e noioso. Ma a cosa servono le volgaritΓ ? Quando sono nate, perchΓ© le diciamo, quali effetti hanno?
Sono i frammenti dβuna lingua antica e magica, con cui possiamo esprimere profonde veritΓ .
Lo racconta il primo saggio italiano sul turpiloquio: βParolacceβ, un long seller documentato e divertente, che ha venduto oltre 21mila copie e ha ricevuto gli apprezzamenti di Umberto Eco e Roberto Benigni. E ora sbarca nelle librerie digitali con la sua 5a edizione rinnovata in formato ebook.
Oggi la volgaritΓ tiene banco in politica, per strada e in tv. Ma Γ¨ davvero un'aberrazione moderna? Leggendo questo libro scoprirete che le parolacce c'erano giΓ negli antichi poemi babilonesi e nei geroglifici Egizi (e persino nella Bibbia). PerchΓ© sono fra le piΓΉ antiche parole nella storia dell'uomo. Il turpiloquio, infatti, ha segnato lβinizio della civiltΓ : invece di scagliarsi pietre, gli uomini hanno imparato a lanciarsi... parole. Feriscono ugualmente, ma almeno non uccidono.
E sono cosΓ¬ importanti che nel nostro cervello c'Γ¨ un'area specializzata nel controllo delle parolacce. E riesce a sopravvivere anche ai traumi: infatti, chi perde lβuso della parola per un ictus, puΓ² conservare lβabilitΓ di imprecare.
PerchΓ© le parolacce sono parole al servizio delle emozioni: non solo dell'odio, ma anche della gioia e del gioco. Non a caso, sono uno degli strumenti dei comici e dei letterati, da Dante Alighieri a William Shakespeare, fino a Checco Zalone.
Le volgaritΓ rivelano gli aspetti piΓΉ delicati della nostra vita: il sesso e i tabΓΉ, la religione, la morte e la malattia, i rapporti sociali. Infatti, uno dei primi documenti della letteratura italiana Γ¨ un insulto, scritto sul dipinto di un'antica chiesa di Roma.
Parolacce. Se le conosci, sai cosa dici.