Piombo e sangue

· Rizzoli
Libër elektronik
396
Faqe
Vlerësimet dhe komentet nuk janë të verifikuara  Mëso më shumë

Rreth këtij libri elektronik

«Ho trascorso gran parte della mia giovinezza e della mia maturità occupandomi, e scrivendo, del terrorismo italiano. Qualche lettore penserà che sono stato uno sciocco o che non ho saputo impiegare meglio il mio tempo. Ma per un giornalista come me, attivo negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, era quasi fatale che andasse così.» Pansa c'era. C'era alla fine degli anni Sessanta, nella Milano della contestazione studentesca e del ribellismo violento. C'era il 12 dicembre 1969, pochi istanti dopo l'esplosione della bomba di piazza Fontana, nella Banca dell'Agricoltura, ad accompagnare con i suoi occhi e la sua scrittura il lettore nell'inferno, tra i corpi dilaniati dalla strage. Tra i cittadini in lutto, ai funerali delle vittime. C'era con le sue cronache sulle indagini, le interviste ai testimoni, il dolore della moglie di Pinelli e il ritratto dell'anarchico Valpreda, la pista nera che porta a Treviso e a Padova, la campagna contro il commissario Calabresi e la sua uccisione. Per più di trent'anni con il suo lavoro di cronista, rigoroso ma non neutrale testimone dei fatti, Giampaolo Pansa ha raccontato in presa diretta una stagione di sangue, in cui per la violenza politica si conteranno decine di morti e di feriti, magistrati, poliziotti, carabinieri, dirigenti d'azienda, giornalisti, professori e l'assalto alle istituzioni democratiche. Pansa c'è sempre, a Brescia in piazza della Loggia e a Genova dove le Brigate rosse sequestrano e uccidono; a Bologna nel 1977 per il convegno sulla repressione organizzato dalla sinistra extraparlamentare, un reportage attento, spietato, ironico; a Torino, per registrare senza censure la reazione degli operai della fabbrica Mirafiori quando le Br uccidono il vice-direttore della «Stampa» Carlo Casalegno. Nel 1978 i 55 giorni del rapimento di Aldo Moro, l'epilogo tragico. La polemica con Giorgio Bocca da cui lo divide il giudizio sulla natura di sinistra del terrorismo brigatista, mentre i giornalisti sono al centro del dibattito pubblico (e nel mirino dei terroristi, come Walter Tobagi, e lo stesso Pansa). Un odio che arriverà fino agli anni Duemila, con gli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi, firmati dalle nuove Brigate rosse. Anno dopo anno Giampaolo Pansa osserva, cerca di capire, interpreta, si indigna con i carnefici, si emoziona di fronte alle vittime innocenti. Fino a comporre con i suoi articoli il racconto più intenso di quegli anni. Questo libro è un esempio di come il giornalismo, il grande giornalismo, può scrivere pagine che diventano storia con gli strumenti del mestiere. Pagine che, come scrive Marco Damilano nella sua Postfazione, «si possono oggi tramandare ad altre generazioni, perché quello che è stato non si ripeta».

Vlerëso këtë libër elektronik

Na trego se çfarë mendon.

Informacione për leximin

Telefona inteligjentë dhe tabletë
Instalo aplikacionin "Librat e Google Play" për Android dhe iPad/iPhone. Ai sinkronizohet automatikisht me llogarinë tënde dhe të lejon të lexosh online dhe offline kudo që të ndodhesh.
Laptopë dhe kompjuterë
Mund të dëgjosh librat me audio të blerë në Google Play duke përdorur shfletuesin e uebit të kompjuterit.
Lexuesit elektronikë dhe pajisjet e tjera
Për të lexuar në pajisjet me bojë elektronike si p.sh. lexuesit e librave elektronikë Kobo, do të të duhet të shkarkosh një skedar dhe ta transferosh atë te pajisja jote. Ndiq udhëzimet e detajuara në Qendrën e ndihmës për të transferuar skedarët te lexuesit e mbështetur të librave elektronikë.