La lotta armata ha avuto vita cos├м lunga in Italia per due precise ragioni, spesso considerate separatamente da osservatori e studiosi. Capire la sua storia ├и impossibile senza capire a fondo chi l'ha combattuta, come e con quali fini. Se da un lato il progetto rivoluzionario brigatista ha goduto nei primi anni Settanta di un certo consenso, poi estintosi col mutare delle condizioni del paese, dall'altro lato ├и sopravvissuto per tanti anni grazie alla lentezza dell'azione repressiva dei servizi di sicurezza che, come il libro documenta ampiamente, sin dal 1972 potevano debellare ogni nucleo armato. Finite le Br storiche, oggi ci si chiede: com'├и possibile che poche decine di irriducibili mal organizzati, peraltro gi├а noti da tempo ai servizi, abbiano potuto assassinare D'Antona e Biagi, lasciato senza scorta malgrado le minacce risapute? E poi, ├и solo un caso che gli omicidi pi├╣ eclatanti siano coincisi con momenti delicati della vita economico-politica del paese (per ultimo quello Biagi, piovuto come una bomba sullo scontro governo-sindacato per l'articolo 18)? Se poi si considera che dai tempi di De Lorenzo a oggi i servizi sono stati coinvolti nelle vicende pi├╣ oscure della nostra storia, fino ai casi di Giuliana Sgrena e Abu Omar, si pu├▓ capire perch├й la risposta all'eversione sia materia incandescente, che continua a inquinare il presente. Riflessione che Galli propone anche dopo gli arresti del 12 febbraio 2007, di cui si analizzano il significato e il contesto sociale.