Con un saggio di James Joyce
Cura e traduzione di Giacomo Conserva
Introduzione di Sergio Perosa
Testo inglese a fronte
«Solo le Cose Mentali sono reali: di ciĂČ che si chiama Corporeo Nessuno conosce la Dimora: Ăš nella Fallacia, e la sua Esistenza unâImpostura. DovâĂš lâEsistenza fuori della Mente o Pensiero? [...] Vedo attraverso lâocchio, non con lâocchio». Poeta, pittore e incisore tra i maggiori del Settecento, William Blake stupisce ancora oggi per la sua modernitĂ . Interprete di una poesia dâavanguardia, egli infranse ogni schema tradizionale, nei versi come nella pittura, rivelando tutta la sua forza espressiva in un impulso âvisionarioâ che raggiunge effetti di potente suggestione. Blake incarna con grande tensione la figura dellâartista-veggente che delinea in libri âprofeticiâ un quadro esoterico dellâesistenza prepotentemente animato da simboli.
William Blake
nacque a Londra nel 1757. StudiĂČ disegno e dopo aver lavorato come incisore presso vari librai, nel 1784 aprĂŹ un negozio di stampe, che ebbe scarso successo e fu costretto a chiudere dopo soli tre anni. Tra le sue maggiori raccolte di versi ricordiamo Canti dellâinnocenza (1789), Canti dellâesperienza (1794), e i grandi âlibri profeticiâ che contribuirono in modo determinante alla sua fama: Il matrimonio del cielo e dellâinferno (1790-1793), America (1793), Il primo libro di Urizen (1794), Milton (1804-1811), Gerusalemme (1804-1820) e Vola, o i quattro Zoas (pubblicato postumo). MorĂŹ nel 1827.