Alberto, insegnante torinese, si unisce al socialismo spinto dalla scoperta della condizione di miseria in cui vivono milioni di lavoratori. Per aver manifestato le sue idee, viene emarginato, abbandonato dalla famiglia, licenziato e minacciato di morte. Decide allora di dedicarsi completamente alla causa del proletariato e, durante una manifestazione per il Primo Maggio, i soldati inviati dal Governo per sedare le proteste operaie lo feriscono a morte.
Un'opera vigorosa e di grande rilevanza politica e sociale, in cui l’autore di Cuore scaglia il suo j’accuse contro un sistema lavorativo schiavistico e privo di qualsiasi afflato umano.
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