Racconti del crimine. Volume II

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L’itinerario artistico di Tanizaki Jun’ichirō (1886-1965) può essere quasi interamente ripercorso dal lettore italiano che dispone in traduzione di molti titoli, tra racconti e saggi. L’esordio dello scrittore avviene in un’epoca di grandi contrasti quando, così come la società, anche la letteratura riflette la scelta lacerante fra una tradizione millenaria e la via verso l’occidentalizzazione. Tanizaki vive questa frattura attratto dal nuovo e dal moderno, ma sensibile al bisogno di restare ancorato alle proprie radici. Ai primi racconti, ispirati a modelli occidentali eppure sempre rielaborati in linea con il proprio passato culturale, fanno da contrappunto le opere della maturità, che segnano un ritorno più marcato ai motivi e ai modi narrativi della classicità. La sua vasta produzione è multiforme nei temi e nelle tecniche, la sua vena sempre originale. Una continua ricerca estetica lo induce a tratteggiare ideali di bellezza femminile che riflettono l’infatuazione ora per l’esotismo della donna occidentale, ora per una femme fatale con cui vivere un rapporto di sottomissione masochistica, ora per una bellezza femminile celata nella penombra, avvolta nelle antiche sete del kimono. La fantasia, l’ironia, l’ambiguità pervadono la sua idea dell’arte. Dalla realtà egli trae solo spunto per creare un mondo immaginario, un universo della sua mente. Lo spazio urbano della grande città di Tōkyō, con il suo sviluppo tentacolare e la nascita di quartieri in periferia dedicati alle novità importate dall’Occidente, diventa all’inizio del Novecento lo sfondo ideale per indagare il mistero e assaporare il “profumo del crimine”. Il segreto, ambientato nel quartiere dei divertimenti di Asakusa, e Un ciuffo di capelli, nella Yokohama devastata dal terremoto del 1923, testimoniano come l’interesse di Tanizaki per la letteratura poliziesca si fonde con il nuovo contesto urbano, con l’amore per l’Occidente, il detective novel e le nuove tecniche cinematografiche. La “nuova arte” ispira il racconto Un tumore dal volto umano, in cui il realismo delle scene crea nell’insieme della storia un mondo irreale, fantastico, in cui lo spettatore non ha più la percezione di quale sia la realtà e quale l’illusione. Il pregiudicato e Oro e argento mettono invece a tema la psicopatologia del crimine, il rapporto tra la creatività artistica e l’immoralità: l’arte è tanto più vera quanto più è trasgressiva, sembra dire Tanizaki con i suoi personaggi, fino a riconoscere un’identità tra genio artistico e inclinazione al crimine.

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L’itinerario artistico di Tanizaki Jun’ichirō (1886-1965) può essere quasi interamente ripercorso dal lettore italiano che dispone in traduzione di molti titoli, tra racconti e saggi. L’esordio dello scrittore avviene in un’epoca di grandi contrasti quando, così come la società, anche la letteratura riflette la scelta lacerante fra una tradizione millenaria e la via verso l’occidentalizzazione. Tanizaki vive questa frattura attratto dal nuovo e dal moderno, ma sensibile al bisogno di restare ancorato alle proprie radici. Ai primi racconti, ispirati a modelli occidentali eppure sempre rielaborati in linea con il proprio passato culturale, fanno da contrappunto le opere della maturità, che segnano un ritorno più marcato ai motivi e ai modi narrativi della classicità. La sua vasta produzione è multiforme nei temi e nelle tecniche, la sua vena sempre originale. Una continua ricerca estetica lo induce a tratteggiare ideali di bellezza femminile che riflettono l’infatuazione ora per l’esotismo della donna occidentale, ora per una femme fatale con cui vivere un rapporto di sottomissione masochistica, ora per una bellezza femminile celata nella penombra, avvolta nelle antiche sete del kimono. La fantasia, l’ironia, l’ambiguità pervadono la sua idea dell’arte. Dalla realtà egli trae solo spunto per creare un mondo immaginario, un universo della sua mente.

Luisa Bienati insegna letteratura giapponese moderna e contemporanea all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si occupa in particolare di letteratura del Novecento. Tra le pubblicazioni più recenti, ha curato per Marsilio: Tanizaki Jun’ichirō, Racconti del crimine. Volume I (2019) e Volume II (2020); Akutagawa Ryūnosuke, Sotto il segno del drago (2021).

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