Autunno 1902: Franz Xaver Kappus è un giovane cadetto dell’Accademia Militare, cui però, più della carriera nell’esercito, interessa comporre poesia. Scopre che Rainer Maria Rilke, uno dei suoi autori, uno di quelli le cui parole compulsa senza sosta, ha frequentato la stessa Accademia. L’occasione è troppo grande: manda alcuni versi al grande poeta il quale, dopo qualche settimana, risponde. È l’inizio di una lunga corrispondenza, che il Saggiatore pubblica per la prima volta nella sua interezza, completa anche delle lettere dello stesso Kappus: se le Lettere a un giovane poeta sono infatti diventate un libro di enorme diffusione, erano invece scomparse dalla storia editoriale le missive del giovane poeta medesimo, ridotto ad anonima controfigura. Si apprezzano così entrambi i lati di questo scambio: la richiesta di consigli di lettura e la maieutica sul comporre versi, i dubbi e le incertezze proprie di una gioventù inquieta e l’addestramento alla vita, gli insegnamenti di un uomo maturo a un giovane sui misteri del mondo, sulla solitudine esistenziale dell’uomo e sull’amore, redenzione in cui «due solitudini si custodiscono, delimitano e salutano a vicenda». Un dialogo in cui arte e vita si intrecciano di continuo, perché come scrive Rilke «l’arte è solo una maniera di vivere, e ci si può preparare a essa vivendo».