A un certo punto del 2020 ci siamo domandati se quello che stava accadendo fosse un film dell'orrore o la realtà. Come nell'infanzia, in cui chiedevamo speranzosi ai grandi se quello che stavamo vedendo sullo schermo fosse finto.
Antonella Lattanzi - rileggendo uno dei romanzi più spaventosi di tutti i tempi: Shining, di Stephen King - ha interrogato la sé stessa tredicenne. E da quella storia ha estratto una lucida e spietata indagine sui legami familiari, sulle convenzioni sociali, sulle difficoltà ad accettare chi siamo. Perché «quando un libro ti attraversa, non è più soltanto un libro. È un pezzo della tua vita che ti piomba addosso, come la vita fa sempre».