Cura e traduzione di Dag Tessore
Introduzione di Vittorino Grossi
Edizione integrale con testo latino a fronte
Le confessioni di sant’Agostino costituiscono uno dei grandi classici della letteratura occidentale. Dalla tarda antichità al Medioevo, dal Rinascimento fino ai giorni nostri, non hanno cessato di essere lette e meditate. Con una sincerità e un’immediatezza che raramente si riscontrano negli autori antichi, Agostino vi traccia il ritratto di se stesso e della propria vita. L’infanzia e i turbolenti anni della giovinezza, l’età matura, i ripensamenti, gli sbandamenti, le esitazioni, infine la definitiva conversione al cristianesimo e la scelta della vita religiosa: tutto ciò viene narrato in uno stile elegante e piacevole, ma soprattutto ricco di una eccezionale profondità e acutezza di pensiero che fanno delle Confessioni un’opera filosofica fondamentale.
«Ma se tu riempi il cielo e la terra, essi forse ti contengono? Oppure li riempi, ma rimane qualcosa, non potendoti essi contenere? E dove riversi quel che di te rimane, una volta riempiti il cielo e la terra?»
Sant'Agostino
Aurelio Agostino nacque a Tagaste in Numidia (l’attuale Algeria) nel 354. Studiò retorica e filosofia a Cartagine. Dopo anni di sbandamento morale e dopo aver aderito alla setta dei Manichei, lasciò l’Africa, separandosi dalla donna da cui aveva avuto un figlio, e si recò prima a Roma e poi a Milano. Qui, grazie anche ai colloqui con sant’Ambrogio, si convertì al cristianesimo, e nel 391 fu ordinato prete, per poi essere eletto vescovo della città africana di Ippona. Autore di numerosissime opere, che fanno di lui uno dei più importanti Padri della Chiesa, morì a Ippona nel 426.