Basandosi su diari, lettere e fonti d'archivio, Mimmo Franzinelli ripercorre la storia dolente della Resistenza senz'armi di quegli uomini sottoposti a condizioni terribili e per i quali verrà istituita la categoria di Internati Militari Italiani (IMI) per privarli delle garanzie internazionali previste per i prigionieri di guerra.
Alle pagine di analisi storica, in cui vengono ricostruite le modalità di cattura di migliaia di giovani soldati, la loro odissea verso i campi di concentramento, le dinamiche collaborazioniste e la strategia «persuasiva» della RSI, subalterna alle esigenze dei nazisti, fa da contraltare la narrazione della vita quotidiana nei Lager in uno stato di privazione assoluta. A raccontare il proprio calvario sono i protagonisti stessi: uomini finora trascurati dalla storia, ma anche figure note, da Giovannino Guareschi a Mario Rigoni Stern.
Corredato di una ricca bibliografia, con il censimento delle memorie di tanti internati, Schiavi di Hitler approfondisce anche la terribile realtà delle «stragi sconosciute», perpetrate in diverse località da militari tedeschi nella ritirata finale e ignorate nel secondo dopoguerra dalla magistratura militare italiana, in una negazione della giustizia di cui vengono esaminate ragioni e conseguenze. Ma l'opera di Franzinelli rappresenta soprattutto il doveroso omaggio ai tanti reduci dai Lager che, divenuti stranieri in patria ed esclusi per decenni dalla memoria collettiva, hanno ricevuto solo di recente un tardivo - e, per molti, postumo - riconoscimento del valore di quella loro Resistenza.