Dando voce a documenti inediti, illuminando fatti e personaggi finiti nell'ombra, Simona Folegnani e Berardo Lupacchini introducono nuovi elementi in grado di far luce su un episodio assolutamente non secondario nella storia delle Brigate Rosse. Sotto la guida di Mario Moretti, infatti, l’organizzazione entrerà in una nuova fase, in un’escalation di sangue e orrore.
Nella fulminea liberazione di Gancia, persero la vita Giovanni D’Alfonso, un carabiniere di 45 anni, padre di tre bambini, e Margherita Cagol, la brigatista che fondò le BR insieme al marito Renato Curcio. Un altro terrorista, mai identificato, riuscì a farla franca fuggendo attraverso la vegetazione.
Nel saggio si analizza come e perché il nome di un indiziato spicchi su altri. Due fatti emergono con una certa potenza dall’indagine giornalistica versata nel libro. Il primo è che l’iniziativa che portò la pattuglia dei carabinieri guidata dal tenente Umberto Rocca alla cascina Spiotta, non fu per nulla casuale. Il secondo è la sicura presenza dall’inizio del '75 di un brigatista infiltrato dal Sid, nelle Brigate Rosse: quella fonte Frillo che anni prima di Peci pose fine al nucleo storico e che gli autori identificano con dovizia di particolari.