Questo volume – considerato ormai un classico delle scienze sociali – contiene saggi scritti da Hayek nei vent’anni successivi alla Seconda guerra mondiale. Nella prima parte, vengono trattati temi di teoria della conoscenza, carichi di implicazioni etiche e politiche: il problema dei fenomeni complessi, la critica del «costruttivismo», la distinzione tra il razionalismo cartesiano e il razionalismo critico, e così via. Nella seconda parte, vengono delineati i princìpi di un ordine sociale liberale e si individuano gli errori di quegli intellettuali che hanno ceduto alla mitologia collettivistica. La terza parte è invece dedicata al rapporto tra politica ed economia e a tematiche più specificamente economiche, come per esempio il pieno impiego e l’inflazione. La consapevolezza dei limiti della ragione è lo strumento con cui Hayek combatte contro ogni terrorismo intellettuale, basato sulla «presunzione fatale» di una conoscenza superiore. La nostra conoscenza, per Hayek come per Popper, è fallibile, ma Hayek sottolinea un altro grande principio gnoseologico: quello della dispersione delle nostre conoscenze relative a situazioni particolari di tempo e di luogo. «Fallibilità» e «ignoranza» diventano in tal modo i fondamenti della libertà individuale e della società aperta.