Tracy Chevalier si immerge nel periodo e nel luogo che racconta tratteggiando una variegata ricchezza di dettagli. (The Guardian) NUOVA EDIZIONE È il 1850 quando Honor e Grace Bright si imbarcano sull’Adventurer, un grande veliero in partenza dal porto inglese di Bristol per l’America. A Faithwell, un villaggio dell’Ohio, Adam Cox, un uomo anziano e piuttosto noioso, attende Grace per prenderla in sposa. Una volta giunte in Ohio, però, a un passo da Faithwell, Grace si ammala di febbre gialla e, tra le misere mura di un albergo, muore. Honor Bright si ritrova così sola in una nazione enorme ed estranea, divisa da un immenso oceano dall’amato Dorset. Non le resta perciò che Adam Cox come unica ancora di salvezza. A Faithwell viene, tuttavia, accolta con freddezza dall’uomo. Sconcertante è inoltre la scoperta che, nell’America della metà del xix secolo, i neri sono ancora ridotti in schiavitù. Il villaggio si trova, infatti, nei pressi di un crocevia dove si accalcano i coloni diretti a ovest in cerca di terra da coltivare, gli schiavi in fuga verso nord e i cacciatori di schiavi pagati dai proprietari di piantagione per riportare indietro i fuggitivi. Per non venir meno ai saldi principi di rettitudine cui è stata educata in Inghilterra, Honor decide di aiutare gli schiavi in fuga. Una scelta pericolosa nel cuore dell’America schiavista.
Romanzo che conduce il lettore in un tempo cruciale della storia americana, dove i grandi temi della crudeltà e dell’eroismo, dell’onore e della passione, della viltà e del coraggio trovano un fertile terreno, L’ultima fuggitiva è una splendida conferma del talento dell’autrice de La ragazza con l’orecchino di perla.