“Occupandosi a pieno titolo del mondo, il cristianesimo ha rinunciato alla gestione del sacro” In questo libro, che riprende solo in alcune parti il precedente Orme del sacro, Galimberti definisce compiutamente la sua visione del cristianesimo, a cui riconosce il merito di aver dato vita e forma all’Occidente, ma che a questo Occidente ha anche strappato il cuore autenticamente religioso. Il cristianesimo è per Galimberti la religione dal cielo vuoto, la religione che ha desacralizzato il sacro, perché ha assegnato tutto il bene a Dio e tutto il male a Satana. Ha preferito la razionalità della filosofia greca con cui ha costruito la sua teologia al comandamento dell’amore che è l’essenza del messaggio evangelico. Per contare ancora qualcosa nel nostro mondo dominato dalla tecnica, questo cristianesimo ormai del tutto esangue e desacralizzato si è ridotto a un’agenzia etica, che si pronuncia su aborto, fine vita, scuola pubblica e privata, e si è fatto “evento diurno, lasciando la notte indifferenziata del sacro alla solitudine dei singoli, che un tempo erano protetti da quei riti e da quelle metafore di base che hanno fatto grande questa religione e così decisiva per la formazione dell’uomo occidentale, e che oggi, senza protezione religiosa, devono vedersela da soli con l’abisso della propria follia, che il sacro sapeva rappresentare e la ritualità religiosa placare”.