Una vita violenta

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«Il libro non è soltanto frutto di un capriccio di uno scrittore abilissimo, ma è soprattutto un'opera sentita, profondamente soccorsa dall'intelligenza. »
L'Europeo - Carlo Bo

«Un vero pittore dello squallido paesaggio suburbano, dei cantieri sfortunati e in abbandono, dei fiumiciattoli contaminati dai rifiuti oleosi delle fabbriche. Questi motivi conciliano Pasolini a una calma contemplativa, a un senso di tristezza non più rabbiosa e spasmodica, molto quietamente versata nelle cose. »
Il Corriere della Sera - Emilio Cecchi

«"Ragazzi di vita" è un'imperterrita dichiarazione d'amore procedente per "frammenti narrativi": all'interno dei quali, peraltro, sono sequenze intonatissime alla più autorevole tradizione narrativa, quanto dire l'ottocentesca. »
Letteratura - Gianfranco Contini

«La trama di Una vita violenta mi si è fulmineamente delineata una sera del ’53 o ’54... C’era un’aria fradicia e dolente... Camminavo nel fango. E lì, alla fermata dell’autobus che svolta verso Pietralata, ho conosciuto Tommaso. Non si chiamava Tommaso: ma era identico, di faccia, a come poi l’ho dipinto... Come spesso usano fare i giovani romani, prese subito confidenza: e in pochi minuti mi raccontò tutta la sua storia.» (Pier Paolo Pasolini, Le belle bandiere, 1966))

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O autorze

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita. Parallelamente, entra nel mondo cinematografico come collaboratore di Fellini e di Bolognini. Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. Nel 1973 inizia la collaborazione al «Corriere della Sera». In una serie di articoli – pubblicati successivamente nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postumo, 1976) – lo scrittore affronta le scottanti questioni dell’Italia contemporanea. La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.

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