“Il romanzo dell’età matura, del disincanto, del cinismo e dei compromessi” Claude Schopp Emblema assoluto del sequel, Vent’anni dopo non solo mantiene l’elettricità narrativa de I tre moschettieri, ma la porta a un esito letterario ancora più felice, in un crescendo di emozioni. Sono passati vent’anni da quella “notte tempestosa e buia” che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda de I tre moschettieri. Da allora, i quattro moschettieri hanno perso la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, peraltro in un contesto storico profondamente mutato. Richelieu è morto, al suo posto c’è il nuovo dominus della scena politica francese, il cardinale Giulio Mazzarino. Anche Luigi XIII è morto, lasciando sul trono un bambino, che governa sotto la reggenza della madre, Anna d’Austria; attorno a loro, le turbolenze politiche più esasperate, i moti della Fronda. Dei quattro amici solo d’Artagnan continua a prestare servizio nei moschettieri, con la stessa fedeltà e con lo stesso grado di tenente con cui lo avevamo lasciato. Quale combinazione di eventi, quale destino li riunirà di nuovo? I quattro si ritroveranno tutti nell’Inghilterra sconvolta dalla Rivoluzione di Cromwell. Ma vent’anni non passano invano.