Una sfida islamica alla violenza nell’Islam. Said fonda il suo pensiero sull’idea dell’azione pacifica come unico mezzo per operare la transizione da una società basata sulla coercizione e sulla forza a una società basata sulla giustizia, sul diritto, sulla pace e sulla dignità umana. “La shari’a di Dio si realizza quando la giustizia si realizza”, afferma Said, per il quale la via da seguire è quella del ‘figlio buono’ di Adamo, che si è rifiutato di alzare la mano contro suo fratello. Questa è la via dei profeti, che hanno ripudiato la violenza pur di trasmettere, con la persuasione e senza coercizione, il messaggio di cambiamento affidato loro da Dio: “Deponete le armi, attendete alla Preghiera e fate l’Elemosina!”, si legge nel Corano. Una forma di esegesi, quella di Said, che non lascia spazio ad altre letture: per il Gandhi dei musulmani la nonviolenza è l’unica opzione possibile.
Anche papa Francesco nella Evangelii Gaudium dichiara che “il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza”.