«Uno scudo, una manciata di farina, una cipolla: tre elementi che, in tre situazioni molto diverse, divengono decisivi». Lo scudo di Achille, minuziosamente descritto da Omero nell’Iliade, è una raffigurazione del mondo che attribuisce la difesa della vita felice e prospera al guerriero valoroso, all’eroe, al re capace di governare il suo paese e di difenderlo dai nemici. La Bibbia, lontana dal mondo aristocratico e sublime dell’epopea, non conosce oggetti simili; la morte che si aggira sugli omerici campi di battaglia assume qui il volto prosaico della fame che il profeta Eliseo, nel secondo libro dei Re, scongiura con una semplice manciata di farina. La cipolla di un racconto di Dostoevskij cresce invece in ogni orto e non richiede né poteri eroici, né sapienza profetica per strapparla e tenderla a chi ne ha bisogno, perché la salvezza consiste nel trovare l’elemento giusto al momento e nel modo giusto.