Le storie del commissario Bordelli

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«Ci piace... per quel clima nostalgico da «come eravamo» per un'attenzione... all'esistenza e ai ritratti della gente comune.»
Il Sole 24 Ore - Giovanni Pacchiano

«C'è un nuovo sceriffo in città. Il commissario Bordelli, con la sua sanguigna umanità tutta italiana e tutta toscana, si inserisce oggi nella grande tradizione dei De Vincenzi e dei Duca Lamberti: poliziotti complessi e tormentati che raccontano un'Italia ingenua e cattiva che ancora non sapeva di essere così noir.»
Carlo Lucarelli

«Il commissario Bordelli, un antieroe disilluso ma assolutamente autentico nelle ragioni del suo esistere. Un uomo che riconosci come vero e che non è facile dimenticare.»
Andrea Camilleri

«Una tormentata figura di investigatore e un'Italia meno cinica ma non meno cattiva di oggi.»
Il Venerdì di Repubblica - Corrado Augias

«Solitario, scontroso, abitudinario... il commissario Bordelli ha preso il cuore dei suoi lettori. E sembra non volerlo più lasciare. »
Corriere della Sera - Ranieri Polese

Firenze, estate 1963. La città è deserta per le vacanze e assediata dal caldo e dalle zanzare. Il commissario Bordelli passa le sue notti a rigirarsi nelle lenzuola, incapace di prender sonno, dopo giornate di banale routine estiva sbrigata da quei pochi rimasti in Commissariato, come il poliziotto Mugnai e il nuovo arrivato Piras. Durante una di quelle lunghe notti insonni, Bordelli riceve una telefonata che gli annuncia una morte misteriosa: sul luogo del delitto, una villa del Settecento, giace il corpo senza vita di un’anziana signora; accanto al suo letto, un bicchiere con tracce di un medicinale per l’asma e sul comodino, riposto con cura e perfettamente chiuso, il flacone di quel medicinale. Difficile, però, pensare a un attacco improvviso della malattia, come spiega il fidato anatomopatologo Diotivede, collaboratore e amico di vecchia data del commissario. Bordelli inizia le sue indagini, partendo proprio dai singolari personaggi che frequentavano abitualmente la villa: l’anziana governante; i nipoti Giulio e Anselmo; Dante, lo stravagante fratello della vittima. Ma ognuno di questi ha un alibi inattaccabile. O almeno così sembra, fino a quando il commissario Bordelli non decide di tornare sul luogo del delitto.