Il 17 aprile 1975 i Khmer Rossi entrano trionfanti a Phnom Penh, la capitale della Cambogia. Gli inviati della stampa internazionale parlano entusiasti di scene di gioia e fratellanza, di guerriglieri e soldati governativi che si abbracciano, nessuna scena di violenza o di guerra.
Nel giro di poche ore tutto sarebbe cambiato, il mondo per la prima volta avrebbe sentito il nome di Pol Pot, l'uomo che alla guida dei suoi Khmer Rossi, avrebbe messo in atto un folle progetto di “ingegneria sociale”.
L’orrore e la devastazione fisica, morale e culturale che la popolazione cambogiana dovette subire in quel periodo da incubo non hanno eguali nella storia della civiltà moderna.
Stiamo parlando infatti di un “reset” completo che ha letteralmente annichilito un popolo molto antico e ricco di storia e cultura.
Quella che state per leggere è una storia di autentica follia e di fanatismo senza limiti, la storia di un uomo e di un progetto politico in grado di annientare completamente la vita, la cultura e il pensiero di milioni di persone, e tutto questo nel più completo disinteresse dell’opinione pubblica mondiale.
Questa è la storia di Pol Pot, il “Fratello Numero Uno”.