Il pozzo e il pendolo (The Pit and the Pendulum, 1842) di Edgar Allan Poe ((Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) nella traduzione inedita di Amodio Tortora terminata il 24 maggio 2024 .

Il racconto descrive l'angosciosa esperienza di un prigioniero dell'Inquisizione, intrappolato in una cella di tortura, che riflette sulla propria morte imminente e lotta per mantenere la propria sanità mentale e fisica. La narrazione inizia con il prigioniero che riprende conoscenza dopo essere stato stordito, solo per scoprire che è destinato a una morte certa e orribile. Attraverso una serie di dettagli macabri e immagini potenti, il racconto cattura il terrore crescente del prigioniero mentre cerca di capire e affrontare la propria situazione.

La trama si sviluppa attraverso la lenta percezione del prigioniero delle torture che lo aspettano, inclusa la sinistra presenza di un pendolo con una lama affilata che oscilla sempre più vicino a lui. Mentre combatte contro la disperazione e la paura, il prigioniero osserva i topi nella sua cella e idee di fuga iniziano a formarsi nella sua mente, culminando in un tentativo disperato di usare i topi per liberarsi dalle sue legature.

Dal punto di vista critico e estetico, il racconto è un esempio esemplare del genere del terrore gotico. L'uso di descrizioni visive intense e la personificazione di elementi come la lama del pendolo intensificano il senso di terrore e l'impotenza del protagonista. La tensione è costruita in modo efficace attraverso la narrazione in prima persona, che permette ai lettori di immergersi completamente nei pensieri e nelle emozioni del prigioniero.

La struttura del racconto è anche notevole per il suo crescendo di tensione e terrore, con una liberazione finale che arriva in modo inaspettato e drammatico con l'intervento delle forze esterne. Questo climax non solo fornisce un sollievo dall'angoscia del racconto, ma solleva anche questioni più ampie sulla natura della giustizia, del potere e della liberazione.

In termini di temi, il racconto esplora le profondità della disperazione umana e la resilienza dello spirito umano di fronte a una morte apparentemente certa e ingiusta. La rappresentazione dell'Inquisizione come forza malvagia e onnipresente commenta la corruzione e l'abuso di potere, mentre il salvataggio finale suggerisce un messaggio di speranza e intervento giusto al momento del bisogno.

In sintesi, il racconto è un affascinante viaggio attraverso il cuore delle tenebre umane e un esame della capacità di resistenza e ingegnosità umana. La sua ricca atmosfera gotica, unita a una trama tesa e avvincente, lo rende un testo memorabile che sfida e soddisfa il lettore in egual misura.