Alfred Adler ha scritto solo nel 1928 l’unica opera espressamente dedicata alla sua tecnica analitica e poi, in due conferenze, ha presentato le peculiarità del suo metodo: ai medici di Londra, nel 1931, ha illustrato la tecnica diagnostica, e agli psichiatri di New York, nel 1932, ha fatto il punto su alcuni aspetti tecnici del suo trattamento. Dopo l’incredibile successo di Conoscenza dell’uomo, presentato negli USA come manuale di autoanalisi, e il successo delle sue conferenze rivolte al grande pubblico, era infatti necessario limitare il pericolo di banalizzare il suo metodo analitico e bisognava riproporre con determinazione la centralità dell’analisi, che sola consente di formulare diagnosi specifiche e di effettuare una terapia. Per fare tutto ciò non ci si può semplicemente attenere alle istruzioni dei manuali, ma ci si deve necessariamente formare con una propria analisi personale e didattica. Anche oggi è indispensabile riproporre criticamente questi due lavori per evitare semplificazioni e banalizzazioni del metodo analitico adleriano.