Alla fine di questo libro sono elencati centoquattordici nomi che non compaiono in nessuna lapide del nostro risorgimento, centoquattordici caduti nella rivolta del 1848 in Sicilia. «Servi di pena» - com'erano chiamati i galeotti nelle carte burocratiche del tempo a registrazione dei servigi resi col lavoro coatto - uccisi dalla polizia borbonica non per colpe particolari né perché rappresentavano un pericolo reale; se non quello, forse, che si associassero agli insorti. Le autorità, quelle borboniche e quelle unitarie, per diversa responsabilità ma per uguale malafede ne confusero e occultarono la sorte, e nessuno storico si è mai occupato di loro. Gli assassini e i complici silenziosi fecero la loro carriera, sotto i Borboni, prima, e poi nell'Italia unita. La strage dimenticata trae dall'oblio quei nomi, rintraccia gli assassini, ricostruisce i moventi. Ci rammenta, una volta ancora, come sia più «maestra» di quella delle lapidi la storia che cerca le acri, tragiche ed umili verità.
Ilukirjandus ja kirjandus