Si può dire con certezza che Shaw James sia un tipo pragmatico che non ha alcuna pazienza per tutto ciò che non sia la realtà dei fatti. È bravo a valutare le minacce e a concentrarsi su un obiettivo chiaro, quando va a lavorare per la Torus Intercession. Ma non ha mai dovuto fare l’investigatore in precedenza, è tutto nuovo per lui, quindi non capisce proprio il motivo per cui il suo capo lo abbia scelto per scoprire chi potrebbe, o meno, cercare di uccidere Benjamin Grace. Proteggere un investigatore del paranormale da chiunque, o qualunque cosa, possa cercare di ucciderlo è completamente fuori dalla sua portata, e come può aiutare a trovare un aggressore quando l’uomo che è stato mandato a proteggere sostiene che la minaccia sia di origine spettrale? È una follia, e Shaw non è un folle. Benjamin Grace sarà un problema.
Ma Benji non è affatto come Shaw lo immaginava, e il fixer ne rimane incantato dal loro primo incontro. Benji è gentile e sa ridere di se stesso, non prende le cose troppo sul serio e, soprattutto, vuole aiutare tutti. Quell’uomo è indubbiamente il suo opposto e fa emergere ogni suo istinto protettivo. La cosa migliore, però, è che Benji sembra altrettanto incantato dall’uomo mandato a proteggerlo.
Insieme, i due devono cercare di capire cosa stia succedendo nella piccola città di Rune, nell’Oregon, e si rivela subito più difficile del previsto tenere in vita Benji. Quando la situazione passa da difficile ad apparentemente impossibile, Shaw riporta Benji a casa a Chicago, dove la cosa più spaventosa è la sua famiglia, grande, rumorosa, affettuosa e troppo coinvolta nella sua vita amorosa, che non riesce a non intromettersi nei suoi affari.
Oppure no. La cosa più spaventosa potrebbe essere Benji, il ragazzo che sembra perfetto per lui.