Sabbia nera

· Le indagini del vicequestore Vanina Guarrasi Libro 1 · Giulio Einaudi Editore
4,3
29 recensioni
Ebook
400
pagine
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Mentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell'Etna, nell'ala abbandonata di una villa signorile alle pendici del vulcano viene ritrovato un corpo di donna ormai mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La casa è pressoché abbandonata dal 1959, solo Alfio Burrano, nipote del vecchio proprietario, ne occupa saltuariamente qualche stanza. Risalire all'identità del cadavere è complicato, e per riuscirci a Vanina servirà l'aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè. I ricordi del vecchio poliziotto la costringeranno a indagare nel passato, conducendola al luogo dove l'intera vicenda ha avuto inizio: un rinomato bordello degli anni Cinquanta conosciuto come «il Valentino». Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri.

«Di scenari raccapriccianti, nella sua carriera, il vicequestore Giovanna Guarrasi ne aveva visti assai: uomini incaprettati e bruciati vivi, cadaveri cementati dentro un pilastro, gente sparata, accoltellata, strangolata e via dicendo. Ma l'immagine che le apparve quella sera si poteva descrivere solo con un termine, da lei vilipeso e definito "da romanzo gotico". Macabra. Abbandonato di sghimbescio sul pavimento di un montavivande di un metro e mezzo per un metro e mezzo, giaceva il corpo mummificato di una donna. Il capo, con ancora i resti di un foulard di seta, era piegato a novanta gradi su un cappotto di pelliccia che copriva un tailleur dal colore indistinguibile; appese al collo, tre collane di lunghezza diversa. Sparsi attorno al cadavere, una borsetta, un beauty case di quelli rigidi che si usavano una volta, una bottiglietta di colonia senza tappo e una scatola metallica che aveva tutte le sembianze di una cassetta di sicurezza».

Valutazioni e recensioni

4,3
29 recensioni
Vincenzo Labonia
23 giugno 2020
Si legge bene con buona scorrevolezza. Intrigante quanto basta e scorre fluido. Ben congegnati sia il tuffo nel passato che gli aiutini che arrivano dai quegli anziani osservatori - dette anche commari - di un tempo colorato. Unica pecca secondo me, i capitoli troppo lunghi. In bocca al lupo per il futuro
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Fede DiG
23 marzo 2020
Trovo inammissibile che nella vicenda ambientata a Catania la scrittrice parli di "Arancina", menzionando anche il bar più rinomato della città ovvero Savia, nel quale lei sostiene che la chiamino "Arancina" questa diffamazione è molto grave, un consiglio per la scrittrice : se devi parlare di Catania e dintorni devi usare i termini corretti ovvero ARANCINO non scrivere mai più Arancina
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