"“Nessuno, leggendo Ballard, può dubitare della sua genialità potente e irresistibile.” Jonathan Lethem Una siccità assoluta ha prosciugato i fiumi e i laghi, e i rifiuti industriali hanno formato uno strato impermeabile sulla superficie dei mari, interrompendo il ciclo delle piogge e trasformando le terre emerse in grandi masse di roccia inospitale. In un clima di disperazione generale, il dottor Charles Ransom si unisce al grande esodo umano verso gli oceani, ultima riserva d’acqua sul pianeta, lasciandosi alle spalle un deserto che il sole inclemente ha reso un regno di follia e violenza. Da medico, Charles non può che cercare di salvare le persone che lo circondano, ma i suoi tentativi cadono nel vuoto e gli si ritorcono contro. Così, con l’inasprirsi delle condizioni, Charles si chiude sempre più in se stesso, incapace di tollerare un’umanità abbrutita dagli eventi, che sacrifica l’altruismo sull’altare dell’avidità, anche di fronte al pericolo di estinzione. In una previsione catastrofica molto vicina al sentire contemporaneo, Terra bruciata si legge come una riflessione sulle conseguenze di un disastro ambientale di cui l’essere umano è artefice e vittima indifesa. Attraverso la sua prosa visionaria e immaginifica, Ballard lancia così un monito contro l’uso irresponsabile delle risorse del nostro pianeta e disegna un parallelismo spietato fra la siccità del mondo esterno e l’aridità dell’animo umano. "
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