"La coscienza di Zeno" è considerato il capolavoro Italo Svevo e uno dei grandi capolavori della letteratura novecentesca. Pubblicato nel 1923, racconta la storia di Zeno Cosini, un uomo di mezza età che, su consiglio del suo psicoanalista, decide di scrivere le sue memorie. Attraverso il racconto delle sue esperienze di vita, Zeno esplora il suo rapporto conflittuale con il padre, i tentativi falliti di smettere di fumare, il matrimonio con la dolce Augusta Malfenti (nonostante inizialmente fosse innamorato della sorella), e la sua relazione con la volubile Carla.
Il romanzo analizza in modo ironico e introspezione il concetto di salute e malattia, esplorando le ambiguità della psiche umana e il senso di inadeguatezza del protagonista di fronte alla vita. La narrazione culmina con un finale enigmatico, in cui Zeno riflette sulla follia del mondo e sulla possibilità di un catastrofico epilogo per l'umanità.