Aforismi, pensieri, paradossi, delizie
Cura e traduzione di Riccardo Reim
Troppo spesso Oscar Wilde è stato frettolosamente relegato al rango di caustico battutista, distillatore di scintillanti aforismi buoni a tutti gli usi. In realtà, nell’opera wildiana trova espressione in forme fulminanti e paradossali una concezione modernissima dell’arte e della vita, feroce critica ante litteram della “cultura di massa”. Articolato in capitoli tematici e introdotto da un ampio saggio che ricostruisce à rebours il personaggio dello scrittore a partire dal processo che ne segnò la rovina e il fulmineo declino, questo volume insegue fin nelle pieghe del Wilde meno noto le sue intuizioni più spiazzanti, le espressioni più brillanti del suo pensiero, la vena amara che si cela sotto il suo gusto per l’artificio, quelle “preveggenze” che hanno fatto scrivere a Borges: «Leggendo e rileggendo Wilde di anno in anno, noto un fatto di cui i suoi panegiristi non hanno forse avuto nemmeno il sospetto: il fatto elementare e facilmente verificabile che Wilde ha quasi sempre ragione».
«La malvagità è un mito inventato dai buoni per spiegare lo strano fascino degli altri.»
Oscar Wilde
nacque a Dublino nel 1854. Poeta, romanziere, commediografo, è il più importante scrittore dell’epoca vittoriana. Nel 1895, al culmine della sua fama, venne condannato per omosessualità a due anni di carcere duro. Morì nel 1900. Di Oscar Wilde la Newton Compton ha pubblicato: Poesie e Ballata dal carcere di Reading; L’importanza di chiamarsi Ernesto, Il ventaglio di Lady Windermere, Una donna senza importanza, Un marito ideale; De Profundis, Due lettere al «Daily Chronicle»; Il ritratto di Dorian Gray; Aforismi; Manuale del perfetto impertinente, Tutti i racconti e il volume unico Tutte le opere.