È da quando è scomparsa nel 1993, uscendo da un supermercato, che Marie Gesto è una spina nel cuore per Harry Bosch. Ai tempi l’indagine era stata affidata proprio a lui, ma non c’era stato verso di ritrovare la ragazza, né il suo cadavere. Negli anni Bosch ha preso in mano il fascicolo più volte, battendo ogni pista come un lupo a caccia della sua preda. E ora che è tornato all’Unità Casi Irrisolti, gli incartamenti su Marie Gesto sono di nuovo sulla sua scrivania. Così, quando lo chiamano dalla Omicidi per chiedergli proprio quel fascicolo, sente una morsa allo stomaco. È il pubblico ministero O’Shea a informarlo degli sviluppi: Raynard Waits, un serial killer da poco arrestato per duplice omicidio, si attribuisce anche il delitto di Marie Gesto, più una serie di altri, che in passato non avevano mai trovato soluzione. Waits è disposto a confessare, ma vuole patteggiare: l’ergastolo anziché la pena di morte. A Bosch però non piace scendere a patti, e la storia del serial killer non lo convince, forse anche perché fa troppo gioco a uno come O’Shea, che è in corsa per l’elezione a procuratore distrettuale e farebbe carte false per appuntarsi l’intero caso come un fiore all’occhiello.
Ma dare la caccia alla verità sarà più dura questa volta, perché quando emerge un indizio trascurato che avrebbe potuto fermare l’assassino anni prima, Bosch deve fare i conti soprattutto con il suo senso di colpa.